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TUTTA LA VITA DAVANTI Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 10 aprile 2008
 
di Paolo Virzì, con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Elio Germano, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti (Italia, 2008)
 
Alla maniera dei bei tempi di Monicelli, Risi o Scola, TUTTA LA VITA DAVANTI conferma la statura dell'autore di OVOSODO e di CATERINA VA IN CITTÀ. E, forse, la ripresa di tutto un cinema italiano (vedi la freschezza del NON PENSARCI di Zanasi, sui nostri schermi attualmente) che riconquista, a dispetto (o, forse, proprio per causa) dello sconforto che tira nel proprio paese una tradizione che gli appartiene di diritto. L'arte del divertire senza rinunciare a riflettere, di fare della satira senza inciampare nella farsa; nobilitandola con la volontà dell'analisi sociale e comportamentale.

Sul filo del serio che si sostituisce al faceto, Paolo Virzì riesce così a raccontarci la vicenda a tratti esilarante e graffiante di una giovane siciliana a Roma, brillantemente laureata in filosofia, ma costretta ad affrontare una realtà che dei risultati accademici se ne strabatte. Dalle goliardiche dissertazioni sulle tesi di Hannah Arendt, Heidegger o McLuhan (irresistibilmente flagellate dai dialoghi taglienti) al ruolo di telefonista presso un call center. Microcosmo, questo, di tutto un universo non solo fasullo, ma infido e spietato: a metà fra surrealismo felliniano e tragedia contemporanea, fatto di raggiri telefonici eseguiti con diabolico virtuosismo, esaltazioni collettive ed eliminazioni alla Grande Fratello, viaggi premio a Sharm che nascondono a malapena la meschinità fascisteggiante e oltretutto fallimentare degli ideatori. Lo specchietto per allodole dei valori da prima serata televisiva, insomma, che introduce la riflessione su quello che è il vero, e così importante, tema del film: la disoccupazione, il precariato come si usa ormai dire, la condizione impiegatizia, il ruolo dei sindacati.

Nel percorso seducente quanto intelligente dalla risata alla denuncia, c'è anche qualche dettaglio di TUTTA LA VITA DAVANTI che non quadra: il balletto iniziale e finale che sintetizza il messaggio non nasce dalla mano di uno Stanley Donen, la lamentazione "off" di Laura Morante è superflua, gli sprazzi famigliari in Sicilia più facilmente buonistici, la resa dei conti dell'ultimo terzo un po' sottolineata. Ma il film ha un ritmo travolgente, gli attori (luminosa l'esordiente Isabella Ragonese, sorprendentemente perfetta Sabrina Ferilli, come spesso impeccabili Mastandrea, Elio Germano e Ghini) sono diretti con una complicità evidente, la scelta degli ambienti costantemente significativa. Tutti ingredienti del cinema vero.


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